Oltre 2700 catechisti e accompagnatori della fede riuniti in Duomo per la celebrazione giubilare e il mandato. Il vescovo Delpini: «Gesù è la via, la verità, la vita».

Un clima di festa e di comunione ha attraversato le navate del Duomo di Milano in occasione del Giubileo diocesano dei catechisti, appuntamento attesissimo che ha radunato oltre 2.700 partecipanti tra catechisti battesimali, dell’iniziazione cristiana dei ragazzi, cresimandi adulti, accompagnatori dei catecumeni e animatori dei gruppi di ascolto della Parola. Tutti provenienti dalle diverse zone pastorali della diocesi, accorsi per ricevere il mandato ufficiale nel loro servizio alla comunità.

L’incontro, dal titolo “Battezzati, discepoli missionari”, ha visto al centro l’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, affiancato dal vicario episcopale di settore don Giuseppe Como, da don Matteo Dal Santo, responsabile del Servizio per la Catechesi, e da don Davide Bertocchi, guida della Sezione Apostolato biblico.

Ad accogliere i presenti, un saluto prolungato e informale dell’Arcivescovo, che ha voluto soffermarsi con molti di loro, incontrando sguardi e storie diverse ma unite dallo stesso amore per l’annuncio del Vangelo.

La celebrazione si è aperta con la memoria del battesimo e l’aspersione dell’assemblea, accompagnata dai canti del Coro “Te Laudamus” e del Coro della Curia, in un clima di preghiera e gioia condivisa.

Il ringraziamento ai catechisti

Durante l’omelia, Delpini ha espresso profonda gratitudine verso le catechiste e i catechisti, con particolare attenzione a coloro che sono candidati a ricevere i ministeri istituiti di catechista, lettore e accolito, che verranno conferiti il 19 ottobre prossimo.

«Il servizio della catechesi è generoso, competente, ma anche segnato da scoraggiamento e frustrazioni», ha detto il vescovo. «Non è proporzionato alle capacità delle persone, ma si fonda su un mandato: quello di Gesù. Si comincia a fare catechismo solo partendo da una relazione viva con il Signore».

L’essenziale da non dimenticare

Con toni sinceri e diretti, Delpini ha messo in guardia dal rischio di perdere il centro della catechesi: «Se il rapporto con Gesù finisce nel vago, se conta più la tecnica che l’annuncio del Vangelo, il catechismo sarà sterile. Lo scopo è uno solo: aiutare a incontrare Gesù».

Il pensiero del vescovo si è rivolto ai catechisti istituiti, il cui ruolo sarà aiutare tutti a mantenere il fuoco sull’essenziale: il Gesù dei Vangeli, crocifisso, morto e risorto, non ridotto a simbolo astratto.

La sfida dell’oggi: parlare ai cuori

Delpini ha poi posto una domanda provocatoria: “Come si fa a parlare alla gente di oggi?”, in un contesto segnato da distrazione, algoritmi e disincanto. La risposta è nella fiducia e nella certezza che Gesù opera con noi: «Anche quando sembra che il seme non attecchisca, noi continuiamo a seminare, perché seguiamo Gesù. Siete un miracolo, qualcosa di cui stupirsi e ringraziare».

La testimonianza: Samuela, catechista e mamma

Tra i momenti più significativi, la testimonianza di Samuela, catechista di Porto Valtravaglia, madre di due adolescenti e impiegata in un asilo nido. Prossima a diventare ministro istituito, ha raccontato: «Ero titubante all’inizio, poi ho capito l’importanza di curare con competenza il cammino di fede. Il percorso mi ha dato uno sguardo più ampio sulla diocesi e oggi sento maggiore consapevolezza nel mio servizio».

Il mandato e l’inizio di un nuovo cammino

La celebrazione si è conclusa con il conferimento del mandato, che segna anche l’avvio della tradizionale “Quattro giorni” di formazione, quest’anno dedicata al coinvolgimento della sensibilità e del corpo nella catechesi, esplorando strumenti come lo sport e il teatro.

Un Giubileo vissuto nella gratitudine e nella gioia di appartenere a una comunità viva, che cammina insieme per annunciare il Vangelo. Come ha ricordato l’Arcivescovo in chiusura:
«Gesù è la via, la verità, la vita».